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L'Albero della Vita

L'Albero della Vita - le Sefirot, i Raggi e il frutto più prezioso La Conoscenza 

Shema l'albero della vita

Nella Genesi è scritto che una notte Giacobbe si addormentò con la testa su una pietra e durante il sonno vide in sogno una scala che univa la terra al cielo, e su questa scala gli Angeli salivano e scendevano. Egli ebbe in tal modo la rivelazione dell'ordine cosmico, della gerarchia degli esseri dalla pietra fino al trono di Dio, che la tradizione cabalistica ha rappresentato con l'Albero sefirotico, l'Albero della Vita. 

 

La maggior parte degli esseri umani vive nel dubbio e nello smarrimento, e non riesce a ritrovarsi, proprio perché non ha imparato a rispettare la gerarchia che l'Intelligenza cosmica ha stabilito nell'universo fin dall'eternità, e che per la vita interiore è indispensabile conoscere. Tenendo costantemente presente dentro di sé l'idea di un ordine, di una struttura, l'uomo è costretto ad agire in conformità ad essa, perché capisce che anche lui deve trovare il proprio posto nell'armonia universale." Omraam Aivanhov

L' «Albero della Vita» è la struttura più importante nell'insegnamento della Cabalà. L'Ebraismo non vuole raffigurare Dio, esso è al di là di comprensione e iconografizzazione. L’”Albero della Vita” o “Albero delle Dieci Sefirot” è l’eccezione alla regola, e descrive, pur se in modo altamente astratto, la via che unisce il Creatore col creato, l’Infinito col finito, il Perfetto con l’imperfetto, l’Eterno con l’impermanente. 

 

L’Albero della Vita è un diagramma schematico, astratto e simbolico, fatto da dieci entità, chiamate SEFIROT, disposte lungo tre pilastri verticali paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro. Il pilastro centrale si estende al di sopra e al di sotto degli altri due.

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Le Sefirot non rappresentano solamente importanti concetti metafisici ma anche situazioni pratiche e emotive, che ognuno di noi attraversa nella vita di ogni giorno. Le Sefirot sono dieci stazioni che unificano la complessità della vita umana.

 

L’Albero della vita è il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; è il cammino di discesa lungo il quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale. 

Esso è anche il sentiero di risalita, il Sentiero del Ritorno alla Casa del Padre. 

L’Albero della Vita è la “scala di Giacobbe”, la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo. Lungo di essa gli Angeli salgono e scendono in continuazione, come pure la consapevolezza degli esseri umani.

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La Cabalà spiega in modo razionale l'Azione delle Forze Divine. Perché l'uomo è un Universo in miniatore, creato a immagine di Dio (YHWH) e a somiglianza del Signore degli Archetipi (in ebraico Elohim). Se il flusso di Luce-Energia spirituale si interrompesse, la Creazione ritornerebbe al Caos. Tutto dipende dall'emanazione divina che anima e fa esistere ogni cosa. Questo flusso di Energia scorre dall'Alto verso il Basso, passando per i Centri di Energia (le Sefirot). Ad ognuna Sefirot corrisponde un Pianeta di questo sistema solare. In ogni Sefirot lavora un Coro di 9 Angeli, diretto da un Arcangelo, distribuendo ogni essenza divina, in ogni istante, in ogni creatura, in ogni momento e in ogni tempo. In modo che l'uomo, ricevendo questi sublimi impulsi possa Ascendere dal Basso verso l'Alto, aiutato dalle Forze Celesti, e mettersi in comunicazione con ogni Archetipo e ogni Centro di Potere divino.

Schema antico l'albero della vita

Secondo il santo Zohar (Libro dello Splendore), la grande novità che l’Albero della Vita ha rivelato nei mondi è la presenza di tre pilastri o vie. I tre pilastri dell’Albero della Vita corrispondono alle tre vie iniziatiche: Facile (destra), Difficile (sinistra), Regale (centro). Solo la via mediana ha in sè la capacità di unificare gli opposti. Tuttavia anche le altre due vie sono ugualmente importanti e sante, e nessuna creatura può fare a meno di muoversi lungo tutte e tre. Se privato del pilastro centrale l’Albero diventa quello della conoscenza del bene e del male, dal quale proveniva il frutto che portò la morte nel seme di Adamo, altrimenti immortale. L’insegnamento principale contenuto nella dottrina cabalistica dell’Albero della Vita rimane quello che, data una qualsiasi coppia di opposti, è sempre possibile trovare il terzo fattore equidistante, che li integri in un insieme coerente. Il discorso vale soprattutto per le componenti maschile e femminile della coscienza umana, ma anche per ogni qualsiasi coppia di opposti, sia nel mondo fisico che in quello psicologico come pure in quello spirituale. Nell'anatomia energetica degli indù le Tre Vie sono i tre canali di Prana principali: Ida, Pingala e quello centrale Sushumna, laddove Kundalini risale nel corpo dell'illuminato.

Le 10 Sefirot sono l’origine di interi settori del creato, sia nel mondo fisico, che in quello psicologico, che in quello spirituale. Il primo esempio di divisione in dieci ci viene dalla stessa Scrittura, che nel Sefer Bereshit (“Libro della Genesi”) nomina dieci volte la frase:

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“va yomer Elohim” = “E Dio disse....” .

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Ad ognuna di queste espressioni seguì la creazione di dieci diversi gruppi di entità, ciascuna corrispondente ad un particolare Sefirà dell’Albero della Vita. Nell’universo fisico, un esempio di come l’Albero della Vita sia il piano secondo il quale la creazione è avvenuta, ci viene dalla struttura stessa del sistema solare. Al suo centro c’è il Sole. I nove pianeti che girano intorno al sole, insieme ad esso, rappresentano così la totalità delle Sefirot dell'albero.. Nello studiare le caratteristiche di ciascuna di esse è possibile veder emergere una forte similitudine con caratteristiche astronomiche ed astrologiche possedute dal pianeta corrispondente.

A livello mentale ed emozionale le dieci sefirot sono dieci livelli di coscienza psichici. Il più alto livello è la condizione chiamata Trasfigurazione, la Volontà del Padre, la Luce Superna (Keter). 

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Vi sono poi due modalità di conoscenza: (Chokhmà e Binà), corrispondenti ai due modi diversi di percepire la realtà, tipici dei due emisferi cerebrali: il primo più artistico ed intuitivo, il secondo più logico e razionale. 

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Dopo di ciò, vi sono sei stati emotivi, tre più astratti e tre più vicini all’esperienza fisica. Tutti e sei sono generati dall’opposizione fondamentale tra CHESED o “AMORE” e GHEVURAH o “FORZA”. Queste due Sefirot corrispondono alla forza dell’attrazione e a quella della repulsione, all’amore e al suo opposto. Esse sono TIFERET, NETZACH E HOD, YESOD.​

lista nomi ebraici delle sefirot

Infine l’ultima sefirà (MALKUTH, Regno) corrisponde ad uno stato psicologico molto vicino alle contingenze del mondo fisicoe dalle sue necessità. Tuttavia anche questo gradino più basso può e deve diventare il ricettacolo delle più nobili aspirazioni spirituali.

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Insieme formano le 10 Forze dell'Anima, dieci sorgenti di Energia che aiutano l'uomo a ritornare all'Albero Sacro della Vita.

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La più alta è KETER = CORONA. sta al di sopra di tutte le altre Sefirot. Così come la corona non fa parte del capo ma è cosa distinta, così Keter è fondamentalmente diversa dalle altre Sefirot. Essa è il trascendente, l’ineffabile, l’origine di tutte le luci che riempiono le altre Sefirot. Essa è connessa alla Monade. L'Esperienza qui è quella DELLA VOLONTA' DI BENE.

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CHOKHMAH = SAPIENZA è l'intuizione che proviene dall'Anima, attraverso la sua Lue e il suo Amore, è il punto in cui il supercosciente tocca il cosciente. È la capacità di sopportare il paradosso, di pensare non in modo lineare ma simultaneo. In questa Sefirot l'Ego e la personalità si arrendono alla Luce dell'Anima. L'Esperienza dunque è la COSCIENZA CRISTICA.

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BINAH = INTELLIGENZA. Qui l'intuizione diventa pensiero logico, comprensibile, prende forma. È il pensiero logico, razionale, matematico, sia astratto e speculativo che applicato. Qui la capacità è quella di avere delle idee, crearle o semplicemente riceverle dagli altri e comprenderle. È anche la capacità di influenzare positivamente le proprie emozioni in virtù delle verità comprese ed assimilate. Corrisponde all’esperienza della FELICITÀ.

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DA’AT = CONOSCENZA UNIFICATRICE.  Essa è l’unificazione dei due modi di pensare tipici dei due emisferi cerebrali destro e sinistro, tra intuizione e logica. Non è una Sefirah bensì un "risultato", un conseguimento. E' un frutto da cogliere. E' il coronamento di un determinato sforzo di apprendere e di usare la "Via Regale".

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CHESED = AMORE. È benevolenza e generosità assolute e senza limiti. La creazione è scaturita dalla Chesed di Dio. Il paradiso terrestre, l'Eden di Adamo viene da Chesed. È la Forza di Attrazione dell'Amore, è la capacità di perdonare, di nutrire tutti incondizionatamente, i buoni e i cattivi. È anche attaccamento e devozione. E' il 2° Raggio.

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GHEVURÀ= FORZA. Il fulgore di Chesed è troppo intenso per le creature finite e limitate, e se esse lo ricevessero in pieno ne sarebbero annientate. Ghevurah si incarica di restringere, diminuire, controllare ed indirizzare tale discesa di luce ed abbondanza. È la mano sinistra, estesa per respingere, è ogni tipo di forza atta a porre limite e termine all’esistenza. Pur avendo delle connotazioni negative, senza di lei l’amore non potrebbe realizzarsi, in quanto non troverebbe un recipiente atto a contenerlo. L'esperienza ad essa legata, è chiamata Timor di Dio. E' il 6° Raggio.

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TIFERET = BELLEZZA. È la Sefirà che si incarica di armonizzare i due operati opposti di Chesed e Ghevurah. Tiferet sono tanti colori insieme, cioè il coesistere di tante tonalità e caratteri diversi, integrati in un’unica personalità. E' l'Armonia che sopraggiunge dopo il conflitto. E' l'Arte e la Bellezza come espressione di giusti rapporti ed equazioni auree. Corrisponde all’esperienza della COMPASSIONE; sentire e percepire l'altro-da-sé, farlo "corrispondere" alla propria esperienza vitale. E' connessa alla "Legge dello Specchio". Dare Luce, Amore e Conoscenza agli altri e se stessi; educare il mondo e se stessi nella stessa misura. Saper dare e saper restringere secondo necessità. E' il 4° Raggio.

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NETZAH = ETERNITÀ o VITTORIA. È la capacità di estendere e realizzare l’amore di Chesed nel mondo, dandogli durata e stabilità, e vincendo gli ostacoli che si frappongono alle buone intenzioni. È costanza e decisione, è il saper vincere, cioè il non inebriarsi eccessivamente della vittoria. È il senso di SICUREZZA che pervade chi sa di appoggiarsi sul luogo giusto. E' il 5° Raggio.

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HOD = SPLENDORE si incarica di mettere in azione le emozioni provenienti da GHEVURAH. È la capacità dinamica dell’individuo, applicata al mutare delle circostanze esterne. È la velocità di cambiamento, l’adattarsi a nuove esigenze. È il saper perdere, cioè il non abbattersi per le sconfitte ma l’imparare da esse ciò che va cambiato. È il senso degli affari e del vivere in società. Corrisponde alla qualità della SEMPLICITÀ. E' il 3° Raggio.

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YESOD = FONDAMENTO. È il luogo ove si concentrano tutte le emozioni, i pensieri, i propositi interiori conosciuti o inconsci. Governa anche il riuscire a fondere tutto ciò che si ha da dare, e l’indirizzarlo verso la persona giusta nel momento giusto. Controlla la vita sessuale, la cui giusta espressione, attraverso ritualità e sacralità è il fondamento su cui basare la personalità. È la qualità della VERITÀ, intesa come tratto indispensabile per realizzare felicemente le relazioni umane. E' il 7° Raggio.

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MALKHUT = REGNO o SOVRANITÀ. Pur essendo l’ultima ha un ruolo importantissimo. Prima rappresenta la fase in cui si percepire "ciò che ci manca"; e poi la fase in cui si inizia a risalire, ci si incammina con volontà verso l'ascesa e la spiritualizzazione della materia. È la componente che motiva ed indirizza l’operato di tutte le altre facoltà. È il luogo ove la luce cambia direzione, passando dalla discesa alla salita, in chi accumula abbastanza meriti. In chi non ha meriti, allora diventa il luogo ove si fa esperienza della caduta, della povertà e della morte. Può essere dunque Vita, se l'esperienza nel mondo è vissuta come una Missione. Oppure può essere Morte, se l'esperienza nel mondo è vissuta come una fatica, una pena, una sopravvivenza. E' il 1° Raggio.

 

Tuttavia s'insegna nella Cabalà che Malkhut è  la sposa desiderata, la Shekhinah che vuole ritornare a ricongiungersi al Suo Sposo Keter, il Padre. Infatti l'esperienza del mondo materiale che l'uomo fa sulla Terra è come una redenzione. Una scuola santa per arrivare a riconciliare la dualità più grande. Le due Sefirah più distanti, la più bassa (Malkhut il Regno) e la più alta Keter (la Corona, il Padre). La Shekhinah tornerà dal suo luogo d'esilio a ricongiungersi con il Padre quando l'uomo farà il lavoro principale: portare il Regno di Dio sulla Terra: il Regno di Keter (il Padre delle Luci) in Malkuth, il Regno fisico. Allora gli Sposi saranno Uno.

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